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Cucina Internazionale

La cucina spagnola

La cucina spagnola è un insieme di diverse culture e sapori. Ciò è dovuto alla sua grande estensione che abbraccia diverse zone climatologiche ed ai differenti influssi apportati dalle varie civiltà che si sono susseguite attraverso i secoli.
Dei primi abitanti della penisola iberica, gli Iberi, si sa che consumavano carne e dei panetti fatti con le ghiande ridotte in poltiglia. Erano anche grandi consumatori di frutta fresca ed a loro si deve l'introduzione nell'alimentazione del fico e della ciliegia. Il popolo ispanico pre-romano dei Vaccei consumava invece aglio in grande quantità, perché convinto che tale bulbo infondesse valore nella lotta contro i Romani. L'aglio è un ingrediente ancora apprezzatissimo nella cucina delle famiglie spagnole.

Anche i Fenici, i Cartaginesi, i Romani e gli Arabi hanno lasciato la loro impronta nel modo di coltivare la terra, piantando frutteti, diffondendo la coltivazione del riso, degli ortaggi, delle erbe aromatiche e delle spezie ed introducendo la vite. Ai Fenici in particolare è dovuta una nuova forma di conservare gli alimenti, per salatura ed affumicazione. I Romani introdussero invece l'ortica nell'alimentazione della penisola, e rimase in voga a lungo per le sue qualità depurative; dimenticata nel medioevo, torna invece alla ribalta oggi, proposta da uno dei nomi più popolari della nuova cucina spagnola, Karlos Arguiñano. Ai Romani è dovuta anche la diffusione della tecnica di riempire la carne con vari ingredienti.

Senza dubbio il legato principale che i romani e gli arabi hanno lasciato è la coltivazione dell'ulivo e la conseguente produzione dell'olio di oliva.


Non bisogna dimenticare poi che durante più di 400 anni la Spagna ha mantenuto un rapporto privilegiato con il Nuovo Mondo, da cui la cultura gastronomica spagnola è uscita rafforzata e completata. I popoli pre-colombiani possedevano autentici gioielli dell'alimentazione, come il cacao, il caffé, la patata, la vaniglia o il pomodoro, poi diffusi dalla Spagna nel resto dell'Europa.

La presenza nella penisola di materie prima di altissima qualità è uno dei pilastri su cui ha potuto basarsi ed evolversi in modo spettacolare la nuova cucina spagnola. Le scuole gastronomiche di questa nuova corrente variano non soltanto in base alle regioni da cui hanno preso i natali, ma anche per la diversità dei maestri che ne sono a capo. Si passa in poco più di vent'anni da un Arzak che introduce i primi concetti della nueva cocina tenendo presenti i presupposti della nouvelle cuisine francese ed amalgamandoli con sapienza alla solida cucina vasca, fino alla leadership mondiale di Ferrán Adrià, che costituisce il punto di riferimento per antonomasia della storia della gastronomia contemporanea, non solo in Spagna ma nel mondo intero.

E al suo fianco, maestri del calibro di Martín Berasategui, Carmen Ruscalleda, Juan Mari Arzak, Santi Santamaria, Quique Dacosta, Josep Roca e Pedro Subijana, tutti appartenenti al ristretto club delle 3 stelle Michelin.


Gli spagnoli amano molto andare nei locali per gustare le “tapas”, degli assaggini di vario genere che, essendo serviti in piccole quantità, permettono di provare numerose pietanze del menù. Di solito l'usanza è quella di non rimanere a mangiare le tapas in un solo posto, ma si va da un locale all'altro e nel frattempo si ci diverte a parlare o scherzare con gli amici. Esempi di tapas possono essere: la "tortilla de patatas", "papas ali-oli" o "a la brava" (patate con salsa all'aglio o piccante), "pinchito moruno" (spiedino di carne di maiale o pollo marinato), "jamòn" (prosciutto crudo spagnolo tagliato con il coltello), "pescaito frito" (varietà di pesce fritto) e tante altre specialità da provare nella prossima vostra visita in Spagna!.

Da bere, si preferisce il vino rosso "tinto" o la birra. D'estate, in particolare in Andalucia, al posto della birra nei locali tante volte si ordina il famoso "tinto de verano" (vino rosso allungato con aranciata o limonata gassata, molto fresca, servita con molto giaccio).
Disfruten su comida!