E' una libera interpretazione di una ricetta presente in un bel libro sulla cucina delle trattorie italiane, Trattoria di Patricia Wells, la bravissima critica gastronomica del International Herald Tribune.
Per 4 persone
- 1 pollo da circa 2 kg
- 3/4 spicchi d'aglio
- due foglie di alloro e qualche rametto di timo
- olio di oliva
- il succo di 1 limone
Collocate il pollo a pancia in giù e usando uno scortichino (o un trinciapollo) rimuovetene la colonna vertebrale.
Appiattitelo a libro e salatelo.
Giratelo e incidete la pelle in prossimità della coda: dovete creare delle asole in cui infilerete le ali. In questo modo il pollo rimarrà in forma durante la cottura. Ungetelo con qualche cucchiaio di olio e il succo di limone. Inserite l’alloro, l’aglio e il timo sotto la pelle. Lasciatelo marinare per almeno un’ora, a temperatura ambiente. Oppure mettetelo in frigorifero fino a quando volete prepararlo, ricordandovi di riportarlo a temperatura ambiente prima di cucinarlo.
Fate scaldare un largo tegame antiaderente (di circa 28-30 cm) con qualche cucchiaio d’olio. Quando l’olio è caldissimo, collocate il pollo a pelle in giù. Copritelo con un foglio di alluminio e metteteci sopra una pentola pesante che riempirete con delle lattine di pomodoro o qualche altro oggetto pesante. Fate cuocere per 15 minuti circa a fiamma media. Giratelo e fate la medesima cosa, cuocendolo per altri 15 minuti.
Trasferite il pollo su un piatto, copritelo con dell’alluminio in modo comunque da far circolare dell’aria e fatelo riposare per 30 minuti. La pelle non sarà più croccante ma ne guadagnerà il gusto (come regola generale, tutte le carni arrostite vanno fatte riposare).
Da mangiarsi rigorosamente con le mani!