Il pranzo di Natale di Clelia d'Onofrio
Ringrazio Clelia d' Onofrio autrice de Il Cucchiaio d'Argento e giudice di Bake Off Italia per questo bel ricordo natalizio. Clelia ha appena pubblicato Rugiada a colazione (Sperling&Kupfer editore): un libro emozionante e appassionato, che racconta l'amicizia fra lei ed un fico bianco, suo confidente segreto. Con toni delicati, Clelia crea un mondo dove fantasia e realtà convivono, alternandosi in un continuo andirivieni tra i tempi dell'infanzia e quelli della maturità.
"L’antipasto di olive fritte ripiene, il primo piatto di Vincigrassi, la pietanza di costolette d’agnello e carciofi, una dolce cicerchiata. Questo il menu marchigiano-sentimental-tradizionale di famiglia ripetuto da una vita ogni Natale quale che fosse la città di residenza: Ascoli Piceno da bambini, Roma da adolescenti, Milano da grandi. Poi dal 2015 il nostro menu è cambiato! Mamma non c’era più. E preparare le “olive fritte ripiene” non è da tutti. Vuol dire denocciolarle una per una tagliandone la polpa a spirale, riempirle con la farcia, passarle nell’uovo sbattuto, impanarle e friggerle! Nel nostro caso, calcolandone almeno dieci a persona voleva dire, a tavola eravamo in otto, prepararne almeno almeno cento! Una responsabilità e un impegno che mia sorella ed io abbiamo declinato non ritenendoci all’altezza della perfezione materna. Come non abbiamo ripiegato sulle olive fritte della grande industria: sebbene gradevoli “hanno raggiunto quasi la dimensione di polpette e non sono denocciolate a mano”. Due particolari che fanno la differenza! Quelle originarie di un tempo, realizzate con la piccola “oliva tenera ascolana”, sono un meraviglia di proporzioni e, appunto, ogni commensale riesce a mangiarne circa una decina e, forse, anche di più. Inoltre, l’impasto del ripieno è difficile che possa essere “come quello preparato in casa”. Insomma, rinunciare alle olive è stato un dispiacere. Anche perché dal punto di vista storico culinario possono essere definite il risultato finora insuperato di un’idea geniale. A suo tempo mamma ha sempre sostenuto “che chiunque l'abbia avuta dovrebbe figurare tra i geni della cucina con nome e cognome”. Ma nessuno finora ha saputo dire con certezza chi l’abbia inventata.
Allora, quale sarà il nostro menu di questo Natale 2019? Andando avanti e indietro negli anni e passando in rassegna le nostre ricette di casa preferite e supercollaudate in tante occasioni portiamo a tavola quello del 2017!
Un “patè di tonno” l' antipasto, perché il suo elegante sapore piccante desta all’istante un certo languore. Sottili “crespelle alla crema di parmigiano e fiori di zucchine”, un primo scenografico che innamora gli occhi e sposa il palato. Una sapida “galantina ai tre sapori”, pietanza che evolve del tutto la ricetta classica (quella che esige una intera gallina farcita) pur mantenendone il vantaggio di poter essere preparata il giorno prima. Infine la nostra amatissima “panna cotta accesa dal rosso dei lamponi e dal violetto dei ribes”. Una sola variante: il “gran girotondo di frutta fresca” del 2017 è stato sostituito da una grande coppa di cristallo colma di spicchi doverosamente spellati di pompelmi rosa e gialli, di spicchi d’arancia e di mandarino tutti spruzzati di un liquore a piacere e spolverizzati di zucchero semolato. Sapori che suggeriamo anche agli appassionati di MangiareBene che, come sempre, ci ha affettuosamente ospitato. E non è detto che il nostro menu debba essere realizzato nella sua interezza. Si può scegliere anche una sola ricetta. Quella che, solo a vederne l’immagine, vi ha già sedotto il palato.