Il Blog di Mangiare Bene

Eventi Golosi

Peter Brunel a Identità di Pasta

Voglia di uscire. Voglia di ricominciare. Voglia di ristabilire alcuni appuntamenti. In particolare quelli più che mai seduttivi con il cibo. Voglia di sorseggiare un nuovo aperitivo, di assaggiare un particolare suzzichino, di godere la varietà di una grigliata di mare, di affondare il cucchiaio in una "pasta e fagioli" come non l'avevamo mai assaggiata. Quella dello stellato chef Peter Brunel che sceso a Milano dal suo trentino  ha rinnovato la tradizione degli annuali appuntamenti di Identità Golose (nella centrale e bella sede di via Romagnosi) naturalmente con tutte le precauzioni che l'attuale pandemia purtroppo impone. Ma che il gusto dei sapori provati hanno largamente compensato. Basta infatti citare nome e cognomi dei protagonisti: Peter Brunel lo chef, "Pasta Monograno Felicetti" e "Fagioli di Lamon IGP". Più di così!


L'evento si è svolto nel rispetto di tutte le misure di sicurezza sanitaria: misurazione della temperatura all'accesso, il distanziamento fisico e l’obbligo di indossare le mascherine.


La giornalista e moderatrice di Identità di PastaEleonora Cozzella, durante la presentazione di Peter Brunel, ha sottolineato la vastissima esperienza da lui fatta all' estero e in grandi ristoranti italiani. Fra le tante, quella di executive chef di Borgo San Jacopo lo stellato ristorante della famiglia Ferragamo a Firenze. Eleonora ha ricordato anche la grande passione di Brunel per il design: alcune sue opere di food design sono state esposte nella mostra del design italiano della Triennale che ha fatto il giro del mondo. Anche la sala del suo ristorante è stata "designed" da lui in modo che fosse totalmente compatibile con la sua idea di cucina.


Peter Brunel mentre descrive gli ingredienti della sua pasta e fagioli di terre trentine un piatto che a breve entrerà nel nuovo menu del ristorante.
E' un ricetta che fonde tanti elementi a lui cari: i ditalini di farro Felicetti che lui "maltratta" facendoli bollire a lungo e poi reidratare in acqua fredda e infine friggerli per renderli croccanti; i fagioli di Lamon IGP che lui cuoce, poi li passa al setaccio in modo da usarne solo la parte interna mentre la fibra esterna viene essicata e poi polverizzata così nulla viene sprecato; la cotica di maiale essicata e poi fritta: dei "pork corn"; le lumache di vigna condite col curry; il tartufo nero trentino; l'olio extravergine del Garda e le uova di montagna prodotte in Trentino da galline livornesi che vivono allo stato brado.

Ed ecco la pasta e fagioli di terre trentine  una piacevole rivisitazione della pasta e fagioli tradizionale. Il sapore risulta molto equilibrato e risaltano le diverse consistenze degli ingredienti in particolare modo la croccantezza che non ci si aspetta in un piatto di pasta e fagioli. Molto originale la sua presentazione: dentro un uovo di ceramica. 

Particolari sono le uova dell' azienda Uova di montagna deposte da galline di razza livornese che razzolano all'aperto e non subiscono la pratica del taglio del becco (utilizzata nei grandi allevamenti per evitare che si azzuffino tra loro ferendosi) che permette loro di nutrirsi corretamente. Le casette di legno, che fungono da ricovero notturno contengono solo 140 animali. “Questo perché le galline non riescono a riconoscere più di 150 simili e lottano continuamente per stabilire la gerarchia sociale creando inevitabilmente stress e lesioni". Oltre a razzolare liberamente, le galline si nutrono di un mangime creato appositamente per Uova di Montagna  totalmente non OGM. 
Sono delle uova molto  apprezzate da chef stellati come Alfio Ghezzi, i fratelli AlajmoCarlo Cracco, solo per indicarni alcuni. Si trovano anche in alcune rinomate gastronomie.