La cucina sudafricana è una combinazione di ricette provenienti da diversi gruppi culturali che si sono avvicendati in questo paese da oltre 400 anni.
I Khoisan, i primi abitanti del Sudafrica si cibavano di selvaggina e bacche. In seguito i Bantu introdussero l’agricoltura nelle fertili pianure sudafricane coltivando il sorgo, e in un secondo tempo, il mais, la patata dolce, la zucca e altri vegetali che diventano parte integrante della loro dieta.
Tuttora piatti a base di mais sono molto popolari: pannocchie bollite, o cotte sulle braci mealies non mancano mai nella dieta di queste comunità come un’ infinità di altri piatti fra cui krummelpap, una "granulosa" polenta di mais servita con una salsa di pomodoro e cipolle - sheba o chakalaka sauce - e che accompagna carne grigliate (braaivleis). In seguito questa cucina venne influenzata soprattutto dall’ apporto delle tradizioni culinarie non solo dei colonizzatori olandesi e inglesi ma anche di marinai portoghesi, di lavoratori provenienti dalla Malesia, da Giava, dall'India. e anche da una comunità di Ugonotti scappati dalla Francia a causa delle persecuzioni religiose. Contaminazioni che hanno creato uno stile culinario particolare.
La cucina Cape-Malay è considerata la vera cucina sudafricana: un mix fra ingredienti africani, spezie indonesiane e modi di cucinare europei. Nata a metà del secolo XVII quando la Compagnia olandese delle Indie apre una filiale a Città del Capo destinata ad approvvigionare le navi che, dopo parecchi mesi in mare, si fermavano per caricare acqua e di cibo. Così poco a poco le spezie provenienti dalle Indie incominciano a inserirsi nelle abitudini culinarie olandesi. I lavoratori provenienti dalla Malesia e da Giava hanno aggiunto sapori orientali agli ingredienti locali creando curries dai vari sapori e soprattutto mescolando il sapore dolce a quello agro-acido che è una delle principali caratteristiche della cucina Malay. Tipico esempio è il bobotie, una ricetta originaria di Giava, a base di carne tritata aromatizzata con un curry dolce e addolcito da uva passa e la scorza di limone.
I sudafricani sono grandi consumatori di carne bovina e ovina e dai loro antenati coloni, gli Afrikaaners, è rimasto il gusto per i piatti di cacciagione: ogni occasione è buona per riunirsi per organizzare dei braaivleis familiari (in afrikaans, braai significa grigliare e vlei carne), a base di carne di antilopi, di koudou, di fagocero e altra selvaggina del bush. Non mancano ovviamente piatti a base di carne di animali domestici come i sosaties, spiedini di carne d'agnello marinati in una salsa di curry o i boerewors , salsicce speziate. Il tutto viene abbinato a dell’ ottima birra e vini locali.
Tipico della cucina afrikaaner è anche il biltong: pezzettini di carne rossa (manzo, struzzo, selvaggina varia) essiccata da accompagnare all'aperitivo e il potjiekos uno stufato a base di carne e verdura che va cucinato per ore sui carboni ardenti dentro al potjie (si pronuncia "poiki), una speciale pentola di ghisa a 3 piedi.
Le acque degli oceani forniscono dell’ ottimo pesce: crostacei, molluschi e pesci vari vengono cotti per lo più alla brace ma anche sotto forma stufati leggermente speziati.
Come dessert, la Melktart è il dolce che meglio rappresenta questa cucina: della pasta briseé farcita con latte, farina, uova e zucchero aromatizzata con della cannella.
Come potete vedere la cucina sudafricana è una cucina davvero ricca e dai sapori molti diversi dai nostri ma che, una volta fatti vostri, ne verrete conquistati.