Il Blog di Mangiare Bene

Eventi Golosi

INsostenibilità

La nostra Terra è tanto stanca. Noi umani le abbiamo mancato di rispetto consumando le sue risorse. Sì, sprecando l’acqua inquinando l’aria con i gas e i mari con la plastica, deforestando il verde con il disastro dei conseguenti cambiamenti climatici. Così, come avvisa il titolo, la Terra rischia di non poter più sostenere questi pesi. Occorrono sostenibilità e circolarità come hanno ripetuto i cinque esperti convenuti martedì scorso a Milano alla Fondazione Gualtiero Marchesi e impegnati con il loro lavoro in tal senso.

Roberto Olivi BMW: il “pieno”di elettricità”!
Sì, nel 2050, guideremo auto del tutto nuove. La “prima generazione” di vetture moderne risale agli anni Sessanta del 1900 e oggi è già in atto la nascita della “seconda generazione”, quella elettrica. Una svolta necessaria per ridurre l’inquinamento. Ma di sostenabilità e di circolarità’ “se ne parla, purtroppo, spesso anche a sproposito”. E’ dal 1973 che la crisi petrolifera ha sottolineato l’urgenza di quantificare il peso dell’energia elettrica che manca all’Italia e al riguardo siamo in ritardo perché dal 2030 le auto in vendita saranno tutte elettriche. Insomma per il bene del Pianeta si esige una notevole riduzione  dei prodotti inquinanti. 
Elettricità, a parte, nascono nuove esigenze e per una visione più industriale urge pensare anche ad altri tipi di carburante, per esempio l’idrogeno verde (ricavato dall’acqua)
Nella progettazione di nuove auto va riveduto e corretto tutto, anche l’interno: per esempio, via rivestimenti in pelle perché la pelle è un materiale inquinante.
Urge promuovere il riutilizzo, ovvero il riciclo dei materiali di scarto delle auto fuori uso.
Per reinvestire nella ricerca le aziende sane devono saper generare sempre più utili.
Acquistare nei paesi produttori di determinati materiali, ciò permette maggiori risparmi.

Franco Caimi: il nome e il cognome dei Brevetti
Al momento l’azienda vanta un totale di 1200 brevetti. Oltre a un importante passato di un’articolata produzione di famosi oggetti d’uso quotidiano a partire dalla schiscetta scaldacibo (erano anni in cui le maestranze portavano il mangiare da casa in fabbrica) alla “Bianchina”, l’originale vetturetta di mini proporzioni battezzata col nome derivato da ”Autobianchi”, l’azienda di famiglia nata nel 1949 in Brianza (terra vocata alle fabbriche, quasi un eldorado). Poi succede che negli ultimi 70 anni del 1900 gli scienziati rivelano a tutto il mondo che l’umanità ha consumato e sta consumando troppa Terra. Bisogna provvedere, bisogna limitare i consumi. E Franco Caimi pensa a nuove forme di produzione.
Riciclare i materiali avanzati o quelli dei prodotti ormai fuori commercio.
Produrre, riciclare, progettare oggetti che svolgano due funzioni come i teli fonoassorbenti da applicare alle pareti dei locali che devono ridurre la rumorosità. Per esempio i ristoranti: entrano due clienti e il tono della loro voce è nella norma; entrano due o tre coppie e l’intensità vocale sale; entrano altri clienti, addirittura si urla senza saperlo.
Dotare gli ambienti di filtri che purifichino l’aria
Progettare oggetti che dal punto di vista tecnico siano sostenibili.
Proteggere con brevetti le novità aziendali.

Diego Cusumano: passione responsabile per il vino
Con vigneti a Guardiola, località siciliana bellissima per dono di Natura. Quando l’Etna erutta lava e lapilli portano sì distruzioni, ma in compenso l’eruzione del vulcano nutre la terra di preziosi minerali. Che hanno favorito nel tempo la nascita di nuovi vini siciliani. Così i Cusumano decidono di portare i loro vini “a compimento”. Ovvero al meglio. Ma ciò richiedeva, pur rispettando le doti naturali del vitigno, di ridurre la raccolta d’uva. Un problema per gli anziani contadini ai quali la vendita dei grappoli dava loro da mangiare. Ma, col tempo, la nuova generazione capisce che bisogna affrontare la realtà imparando però dai vecchi (in questo caso due venerandi uomini di 93 e 97 anni esperti in tale arte) a terrazzare le zolle sui declivi “farcendo” la terra con sassi e pietre. Che diventavano preziosi muretti di sostegno per le viti ad alberello. Oggi i vigneti Cusumano hanno 170 anni. E nascono nuove necessità.
Ci si rende conto che quando il clima impazzisce bisogna aumentare la sostenibilità dei vigneti i cui frutti, per dare vini di qualità, devono riposare rispettando le loro esigenze fisiologiche. Che vuol dire far  fermentare i vini dentro i nuovi grandiosi serbatoi d’acciaio.
 Che sarebbero però invasivi nel panorama. Così, per ridurre l’impatto ambientale, noi Cusumano decidiamo di vinificare sottoterra dove, fra l’altro, la temperatura più mite favorisce il risparmio di tempo prezioso “nel portare il vino a compimento”.
Un’iniziativa, dunque, che consente guadagno. E, allora, gli altri delle vigne accanto copiano.
Nascono negli anni in Sicilia anche un Gruppo e poi SOStain una fondazione che detta le linee guida per la sostenibilità del vino.

Pietro Leemann: sentirsi bene col cibo
Un cuoco vegetariano. Senz’altro uno dei primi, se non il primo, a scegliere trent’anni fa di aprire il suo ristorante Joia a Milano. Il suo desiderio è quello di ristabilire un equilibrio, una sostenibilità, aprire un “discorso”con quei prodotti naturali che, oggi sottoposti a interpretazioni cosiddette creative, ne travisano l’originario sapore. Sì, oggi s’inventano piatti nell’intento di far meglio, ma che poi il palato rifiuta. Leemann invece vuole cogliere e rispettare l’essenza dei prodotti che sceglie di mettere in pentola e sentirsi bene, quasi felice, nel prepararli secondo natura.
 In coscienza, il cuoco che vuole innovare la cucina classica, prima di mettersi all’opera deve fare appello alla sua intelligenza.
E, intellettualmente, il cuoco deve ricordare che c’è un ordine universale che non può essere ignorato.

Moreno Ferrari: la bottiglia e l’etichetta
E’ un designer ovvero un comunicatore visivo. Che deve incuriosire, emozionare, suscitare nell’interlocutore il desiderio di possedere quel cellulare, quel profumo, quella sedia, quello zainetto, quello shampoo, quel biscotto, quel monopattino, quella bibita, quel vino la cui bottiglia ha un’etichetta che attrae a prima vista, una forma che si lascia accarezzare, un vino che senz’altro farà brillare il bel bicchiere in cui verrà versato e gioire le papille di chi lo ha comperato.
Vi sono già nel mondo innumerevoli forme di design scritto, disegnato o dipinto. Comunque ogni giorno aumentano grazie all' uscita di nuove tecnologie che consentono inedite forme di comunicazione, tali da coinvolgere tutti e cinque i sensi.
Vi sono APP relative ai contenitori di prodotto, alla cartellonistica stradale, al packaging.
Vi sono designer che lavorano in proprio, altri che preferiscono lavorare in équipe, altri in entrambi i modi.

Musica per arpa e flauto.
Alla fine del convegno, nel ricordare la grande passione per la musica di Gualtiero Marchesi, la figlia Simona suonatrice d’arpa e il flautista Curt Schroeter interpretano il brano “Meditation” tratto dall’opera Thais di Jules Massenet. Ripetuti applausi.