Il Blog di Mangiare Bene

Magazine

Bollicine (italiane) mon amour!

Le regioni vitivinicole dove possiamo trovare dei grandi spumanti sono tantissime e la qualità è ottima in svariati territori. A fianco quindi alle zone spumantistiche più rinomate e ormai storiche per la nostra penisola - la Franciacorta e l’Oltrepò in Lombardia, il Trentodoc e Valdobbiadene col suo Prosecco - si sono affiancate alcune Denominazioni su cui vale la pena soffermarsi e riflettere per un’eventuale scelta. Un esempio arriva dal Piemonte. Nonostante la storia insegni che proprio li sono nate le bollicine italiane, per troppi anni la produzione piemontese è passata un po’ in sordina. Ora si avverte una rinascita dell’Asti, spumante dolce di cui si possono assaggiare alcuni prodotti straordinari, ma anche la nascita dell’Alta Langa, una denominazione creata appositamente per il metodo classico che offre prodotti di altissimo livello. Produzioni limitate, ma di sicura qualità arrivano poi dall’Alto Adige e dal Friuli, mentre se scendiamo più a Sud ci accorgiamo che sono sempre di più i viticoltori che si cimentano con gli spumanti. Ed è qui che viene fuori la forza dell’Italia e dei tantissimi vitigni autoctoni che rappresentano il vero valore aggiunto della nostra viticoltura. E allora via con i metodo classico da uve Lambrusco in Emilia Romagna, con il Verdicchio nelle Marche, il Bellone nel Lazio o il Vermentino in Sardegna. Tutti vini ben fatti, figli di tecniche moderne, ma che non perdono il fascino del saper comunicare il territorio che li origina. Non scimmiottano le zone spumantistiche più rinomate in Italia e tantomeno quelle d’Oltralpe. Hanno una loro precisa identità, ma soprattutto sono accomunati dalla qualità. Come dicevo l’unica controindicazione è avere l’imbarazzo della scelta. C’è un unico modo per ovviare a questo: brindare sempre più spesso. A patto che si brindi italiano! Cin cin.