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Oca con le verze

L'oca, "maiale dei poveri", è stata fino al dopo guerra una importante fonte di sostentamento nelle campagne cremasche. Nella famiglia contadina nessuna sua parte veniva sprecata, ma tutto era utilizzato con grande cura, come accadeva per il maiale. Le prime servivano a imbottire coperte e cuscini, il grasso a ungere le scarpe per renderle impermeabili o a conservare nella "olla " la carne stessa, o a condire e cucinare altre pietanze. Dall'oca ingozzata si ricavava il fegato grasso, da vendere sui mercati di Crema e di Milano (ricordiamo il cartello "Fegato d'oca di Crema" esposto nelle migliori salumerie milanesi).

Per 6 persone

  • 1 oca
  • 1 cavolo verza pulito
  • 4 etti di pomodori pelati (anche in
  • 1 grossa cipolla
  • 2 carote
  • 2 coste di sedano
  • brodo di carne
  • burro
  • olio extravergine d'oliva
  • 1 pizzico di spezie miste
  • sale, pepe

Tagliate l'oca a pezzi e rosolatela in una padella, in modo che perda parte del suo grasso. In un altra pentola soffriggete la cipolla con un poco di burro e olio, unitevi le carote e il sedano tritati e infine l'oca rosolata in precedenza.
Aggiungete i pelati, il brodo o l'acqua (meglio l'acqua se volete un piatto meno grasso, poiché l'oca è già grassa di per se) fino a coprire, regolate di sale, unite il pepe e le spezie e portate a bollore. Abbassate la fiamma in modo che l'oca cuocia piano a pentola coperta.
Quando l'oca è quasi cotta (il tempo di cottura dipende dalla qualità dell'animale) unite le foglie di verza, lavate in precedenza, stando attenti a che non si spappolino. A cottura ultimata fate riposare un poco e servite con della polenta.